Dall'A.B.C.D. all'A.N.I.C.
Dell’A.B.C.D. all’inizio furono gli stabilimenti di Ragusa: i processi industriali
[I parte]
La zona asfaltiva di Ragusa fa parte della formazione miocenica dei calcari (in massima parte elveziana e langhiana), che, a partire da Siracusa, si estendono sul versante meridionale dell’isola.
Già verso la metà del XIX secolo, delle rocce asfaltiche dette «pietra pece» si estraevano da una località non molto distante dall’abitato di Ragusa – le contrade Sdirupato e Mafita o Nafta – così conosciute e riportate da un appassionato di storia locale, Filippo Garofalo:
Il Ferrara lo descrive così: «Questo composto bituminoso che l’odore ha fatto chiamare pietra-pece, e ch’è formato di carbonato di calce, di petrolio e di poco allumine, brucia al fuoco e spesso trasuda olio minerale dai massi esposti al fuoco».
Gli usi cui si adatta e può adattarsi la pietra asfaltica naturale sono moltissimi:
Dalla pietra-pece asfaltica si fanno:
1. Lastre per pavimenti figurati di saloni, anditi… riunite alla pietra bianca di diverse forme e disegni;
2. Lastre per impedire la penetrazione e l’umidità;
3. Condotti incorruttibili per condurre acqua, tubi forati e simili;
4. Trombe idrauliche per lo presciugamento delle miniere di zolfo ed altro;
5. Trombe per pozzi atte a conservare la salubrità e nettezza dell’acqua ed al risparmio di secchie, corde, ecc.;
6. Oggetti diversi, colonne, vasi, statue, balconi, gradinate, pavimenti, ecc.;
7. Polvere di pietra bituminosa atta alla composizione del mastico idraulico degli antichi Romani unito alla calce viva: mastico impermeabile; 8. Asfalto per le pietre artificiali…
Si può estrarre:
1. Asfalto secco per tele e cappelli incerati, vernici, colori, ecc.;
2. Pece di asfalto per la marina; 3. Catrame di asfalto per la marina, colore per conservare il legname esposto all’aria; 4. Petrolio o nafta per illuminazione a gas.