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28 giugno 2019

Dalla ABCD alla Purfina

Dall'A.B.C.D. alla Purfina

Riferimenti sociali dalle origini ragusane alla raffineria ai margini della metropoli romana


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Premessa


Lo spunto ha preso avvio dalla ricerca svolta in precedenza, pubblicata nel volume “La vita quotidiana nel ragusano. Dal Fascismo alla Repubblica”, dove è stato riscontrato che ci sono stati dei collegamenti tra Ragusa ‒ capoluogo di provincia nell’estremo Sud d’Italia ‒ e Roma, la capitale. Un rapporto che si è instaurato maggiormente negli anni Venti, ma che ha avuto origini in precedenza.
   L’approfondimento trattato sulla produzione di asfalto nell’area del ragusano, sin dalla fine del XIX secolo, nella predetta ricerca di storia sociale e territoriale ha fatto rilevare che dall’estrazione della “pietra pece” compiuta nelle miniere di Ragusa e dalla lavorazione del prezioso materiale si è arrivati alla raffinazione in Roma, per la successiva commercializzazione a livello internazionale.
   Ecco, pertanto, che la relazione tra Ragusa e Roma ha preso maggiore consistenza nello sviluppo dello specifico argomento, alimentando questa nuova ricerca.
   Da questo punto di partenza è stata elaborata una nuova indagine, attraverso uno sguardo più mirato e circoscritto; posto che ha dovuto affrontare la descrizione di aspetti tecnici, ha voluto riportare alla memoria determinati aspetti sociali del periodo analizzato, focalizzando, quindi, sugli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
   Il lettore, quindi, sarà condotto prima nei cosiddetti «luoghi di Montalbano» e avrà modo di conoscere usi e costumi locali nel periodo del più rinomato boom economico; così come l’attore principale Luca Zingaretti – nei romanzi del “maestro Andrea Camilleri” – si è trovato coinvolto nel contesto ragusano, diverso dalle sue origini romane, ha, comunque, avuto modo di apprezzare altri costumi, altre maniere di fare, da quelle conosciute nella capitale, così è auspicabile che rimangano nel cuore di coloro che avranno modo di poterli apprezzare, anche non andandoli a visitare.
   Un focus ha riguardato il periodo dal 1958 al 1963 del rinomato «miracolo economico», di trasformazione profonda del nostro Paese, col passaggio da un’economia agricola fino a divenire una delle principali potenze industriali dell’Occidente, con il riflesso in queste due collettività territoriali: una provinciale – per antonomasia una provincia agricola – quella di Ragusa, che ha dovuto confrontarsi con la scoperta del petrolio e l’altra della capitale d’Italia, più che altro riferita a un’area del quartiere Portuense, che ha impostato il suo sviluppo sul territorio, già dagli inizi degli anni Cinquanta.
   Aspetti socio-culturali di due collettività, a mille chilometri di distanza, che hanno evidenziato il carattere degli italiani, comprese le attese che da questi sono riposte nei confronti del petrolio, un bene del sottosuolo considerato “l’oro nero nazionale”, per un certo periodo gestito in grande stile da Enrico Mattei.
   Da una parte, una sorta di “sogno texano” legato all’idea di arricchimenti milionari per tutti, quale può dare la scoperta del petrolio e la realizzazione di pozzi in un territorio così estremo. Le cui aspettative sociali, di conseguenza, sono salite alle stelle, coinvolgendone le persone di tutta la provincia ragusana in una sorta di emozione crescente e unanime, che ha ricoperto l’arco degli anni Cinquanta.
   Dall’altra, la “stanchezza” della gente di un territorio che ha considerato quell’area della raffineria e di sponda del Tevere, una zona industriale per troppo tempo e che fosse giunta l’ora di renderla una superficie di ampliamento residenziale, per dare luogo a quel quadrante che sarà la zona “Marconi”. Questa prenderà piede su una parte di territorio del quartiere Portuense – nell’ansa di Pietra Papa – partendo dalle due direttrici, quella di viale Guglielmo Marconi e l’altra di via Oderisi da Gubbio, cui si congiungerà via Quirino Majorana che andrà a sovrastare l’area industriale della raffineria di Roma, all'epoca la più grande dell’Italia centrale.
   La ricerca, pertanto, ha portato in evidenza degli aspetti fondamentali non a tutti noti: l’inserimento chimico-industriale dell’Italia in concorrenza con altri Paesi europei; la scoperta del petrolio in Sicilia col primo pozzo a Ragusa, considerato il maggior giacimento dell’Europa occidentale, sono stati alcuni degli esempi.
   Prendendo come potenziale punto di riferimento il 1953, ad alcuni decenni di distanza è possibile avere un quadro più generale dello sviluppo delle due collettività.
   Quella ragusana che ha avuto la fortuna della scoperta del petrolio, le cui vicissitudini e le scelte operate dalle istituzioni locali e regionali, hanno portato, però, a conclusioni non immaginate all’epoca e che oggi, sotto alcuni aspetti, si sono rivelate sicuramente vincenti per quanto riguarda, ad esempio, il profilo ambientale, ecologico, paesaggistico e turistico. Lo smistamento del grezzo ad Augusta e Gela ha evitato la costruzione di una raffineria a Ragusa, con tutti gli annessi, in un territorio considerato la culla dell’arte tardo barocca ormai a tutti più noto e con i suoi diciotto monumenti patrimonio dell’Unesco, dichiarati nel 2002.
   Quella romana, con lo spostamento richiesto a gran voce della raffineria in un’area distante dal centro metropolitano, ha permesso uno sviluppo residenziale, svolto dai “palazzinari” con la foga di chi si è voluto arricchire a tutti i costi, avendo, peraltro, pagato i terreni a prezzi irrisori e che con il conforto, purtroppo, del sindaco dell’epoca, non hanno guardato a uno sviluppo dell’area nel rispetto dell’ambiente e di un profilo architettonico, rivelandosi, peraltro, poco vicino alle metropoli europee. Un complesso urbano invaso da palazzi alti otto piani con trentadue appartamenti all’interno, atti a soddisfare la richiesta di abitazioni, che la Roma ministeriale ha necessitato in quel periodo.
   Nello stesso tempo, lo studio ha riportato in superficie le condizioni sociali delle due collettività: la famiglia nelle sue parti e lo sviluppo avuto in quei due decenni; come, pure, l’emergere delle ansie degli operai e degli impiegati, riferite alla perdita del posto di lavoro a causa di vendite societarie o di modifiche dei programmi industriali.
   Una panoramica sull’espansione della società ragusana, tra cui l’ampliamento urbanistico e le nuove abitazioni, che hanno offerto una maggiore visione su quel territorio negli anni Sessanta.
   Come pure, le fondamenta industriali nell’ansa di Pietra Papa, nella riva destra del Tevere, hanno contribuito allo sviluppo della zona Marconi, come analizzato dopo gli spostamenti degli stabilimenti industriali, al punto di essere divenuta col tempo “il centro commerciale del quartiere Portuense”.
   Si è potuto evidenziare, altresì, il rapporto avuto dai due centri, sotto diversi aspetti, con gli Stati Uniti: per quanto riguarda Ragusa, sotto il profilo industriale, mentre per la capitale è stata analizzata l’esaltazione della “dolce vita”, con le conseguenze mediatiche e di popolarità riscosse a livello internazionale.




G. La Rosa, Dall'A.B.C.D. alla Purfina. 
Riferimenti sociali dalle origini ragusane alla raffineria ai margini della metropoli romana,
Roma, Tracce Storiche, 2019, Creative Commons, pagg. 95 b/n.


INDICE

Premessa

Capitolo 1 – Dall’A.B.C.D. all’A.N.I.C.
1.1. Dell’A.B.C.D. all’inizio furono gli stabilimenti di Ragusa: i processi industriali
1.2. Ragusa società in movimento e l’indotto creato dal Petrolio negli anni Cinquanta

Capitolo 2 – Dall’A.B.C.D. alla Purfina
2.1. L’A.B.C.D., l’origine della raffineria di Roma che portò alla Permolio e gli aspetti sociali
2.2. Il passaggio dalla Permolio alla Purfina nella Roma degli anni Sessanta

Appendice

Indice dei nomi

Bibliografia






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