Dall'A.B.C.D. alla Purfina
Riferimenti sociali dalle origini ragusane alla raffineria ai margini della metropoli romana
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Premessa
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Premessa
L’approfondimento trattato sulla produzione di asfalto nell’area del
ragusano, sin dalla fine del XIX secolo, nella predetta ricerca di storia sociale
e territoriale ha fatto rilevare che dall’estrazione della “pietra pece”
compiuta nelle miniere di Ragusa e dalla lavorazione del prezioso materiale si è
arrivati alla raffinazione in Roma, per la successiva commercializzazione a
livello internazionale.
Ecco, pertanto, che la relazione tra Ragusa e Roma
ha preso maggiore consistenza nello sviluppo dello specifico argomento, alimentando questa nuova ricerca.
Da questo punto di partenza è stata elaborata una nuova indagine, attraverso uno
sguardo più mirato e circoscritto; posto che ha dovuto affrontare la descrizione
di aspetti tecnici, ha voluto riportare alla memoria determinati aspetti sociali del periodo analizzato, focalizzando, quindi, sugli anni Cinquanta e
Sessanta del secolo scorso.
Il lettore, quindi, sarà condotto prima nei cosiddetti «luoghi di Montalbano»
e avrà modo di conoscere usi e costumi locali nel periodo del più rinomato boom
economico; così come l’attore principale Luca Zingaretti – nei romanzi del “maestro
Andrea Camilleri” – si è trovato coinvolto nel contesto ragusano, diverso dalle
sue origini romane, ha, comunque, avuto modo di apprezzare altri costumi, altre
maniere di fare, da quelle conosciute nella capitale, così è auspicabile che
rimangano nel cuore di coloro che avranno modo di poterli apprezzare, anche non
andandoli a visitare.
Un focus ha riguardato il periodo dal 1958 al 1963 del rinomato «miracolo
economico», di trasformazione profonda del nostro Paese, col passaggio da
un’economia agricola fino a divenire una delle principali potenze industriali
dell’Occidente, con il riflesso in queste due collettività territoriali: una
provinciale – per antonomasia una provincia agricola – quella di Ragusa, che ha
dovuto confrontarsi con la scoperta del petrolio e l’altra della capitale
d’Italia, più che altro riferita a un’area del quartiere Portuense, che ha
impostato il suo sviluppo sul territorio, già dagli inizi degli anni Cinquanta.
Aspetti socio-culturali di due collettività, a mille chilometri di
distanza, che hanno evidenziato il carattere degli italiani, comprese le attese
che da questi sono riposte nei confronti del petrolio, un bene del sottosuolo
considerato “l’oro nero nazionale”, per un certo periodo gestito in grande
stile da Enrico Mattei.
Da una parte, una sorta di “sogno texano” legato all’idea di arricchimenti
milionari per tutti, quale può dare la scoperta del petrolio e la realizzazione
di pozzi in un territorio così estremo. Le cui aspettative sociali, di
conseguenza, sono salite alle stelle, coinvolgendone le persone di tutta la
provincia ragusana in una sorta di emozione crescente e unanime, che ha
ricoperto l’arco degli anni Cinquanta.
Dall’altra, la “stanchezza” della gente di un territorio che ha
considerato quell’area della raffineria e di sponda del Tevere, una zona
industriale per troppo tempo e che fosse giunta l’ora di renderla una
superficie di ampliamento residenziale, per dare luogo a quel quadrante che sarà la
zona “Marconi”. Questa prenderà piede su una parte di territorio del quartiere
Portuense – nell’ansa di Pietra Papa – partendo dalle due direttrici, quella di
viale Guglielmo Marconi e l’altra di via Oderisi da Gubbio, cui si congiungerà via
Quirino Majorana che andrà a sovrastare l’area industriale della raffineria di
Roma, all'epoca la più grande dell’Italia centrale.
La ricerca, pertanto, ha portato in evidenza degli aspetti fondamentali
non a tutti noti: l’inserimento chimico-industriale dell’Italia in concorrenza
con altri Paesi europei; la scoperta del petrolio in Sicilia col primo pozzo a
Ragusa, considerato il maggior giacimento dell’Europa
occidentale, sono stati alcuni degli
esempi.
Prendendo come potenziale punto di riferimento il 1953, ad alcuni
decenni di distanza è possibile avere un quadro più generale dello sviluppo
delle due collettività.
Quella ragusana che ha avuto la fortuna della scoperta del petrolio, le cui vicissitudini e le scelte operate dalle istituzioni locali e regionali,
hanno portato, però, a conclusioni non immaginate all’epoca e che oggi, sotto alcuni
aspetti, si sono rivelate sicuramente vincenti per quanto riguarda, ad esempio,
il profilo ambientale, ecologico, paesaggistico e turistico. Lo smistamento del
grezzo ad Augusta e Gela ha evitato la costruzione di una raffineria a Ragusa, con
tutti gli annessi, in un territorio considerato la culla dell’arte tardo
barocca ormai a tutti più noto e con i suoi diciotto monumenti patrimonio
dell’Unesco, dichiarati nel 2002.
Quella romana, con lo spostamento richiesto a gran voce della
raffineria in un’area distante dal centro metropolitano, ha permesso uno sviluppo
residenziale, svolto dai “palazzinari” con la foga di chi si è voluto
arricchire a tutti i costi, avendo, peraltro, pagato i terreni a prezzi irrisori e che con il conforto, purtroppo, del sindaco dell’epoca, non hanno guardato a uno sviluppo
dell’area nel rispetto dell’ambiente e di un profilo architettonico, rivelandosi, peraltro, poco
vicino alle metropoli europee. Un complesso urbano invaso da palazzi alti otto
piani con trentadue appartamenti all’interno, atti a soddisfare la richiesta di
abitazioni, che la Roma ministeriale ha necessitato in quel periodo.
Nello stesso tempo, lo studio ha riportato in superficie le condizioni
sociali delle due collettività: la famiglia nelle sue parti e lo sviluppo avuto
in quei due decenni; come, pure, l’emergere delle ansie degli operai e degli
impiegati, riferite alla perdita del posto di lavoro a causa di vendite
societarie o di modifiche dei programmi industriali.
Una panoramica sull’espansione della società ragusana, tra cui
l’ampliamento urbanistico e le nuove abitazioni, che hanno offerto una maggiore
visione su quel territorio negli anni Sessanta.
Come pure, le fondamenta industriali nell’ansa di Pietra Papa, nella
riva destra del Tevere, hanno contribuito allo sviluppo della zona Marconi,
come analizzato dopo gli spostamenti degli stabilimenti industriali, al punto
di essere divenuta col tempo “il centro commerciale del quartiere Portuense”.
Si è potuto evidenziare, altresì, il rapporto avuto dai due centri, sotto diversi aspetti,
con gli Stati Uniti: per quanto riguarda Ragusa, sotto il profilo industriale,
mentre per la capitale è stata analizzata l’esaltazione della “dolce vita”, con
le conseguenze mediatiche e di popolarità riscosse a livello internazionale.
G. La Rosa, Dall'A.B.C.D. alla Purfina.
Riferimenti sociali dalle origini ragusane alla raffineria ai margini della metropoli romana,
Roma, Tracce Storiche, 2019, Creative Commons, pagg. 95 b/n.
Premessa
Capitolo 1 – Dall’A.B.C.D. all’A.N.I.C.
1.1. Dell’A.B.C.D. all’inizio furono gli stabilimenti di Ragusa: i processi industriali
1.2. Ragusa società in movimento e l’indotto creato dal Petrolio negli anni Cinquanta
Capitolo 2 – Dall’A.B.C.D. alla Purfina
2.1. L’A.B.C.D., l’origine della raffineria di Roma che portò alla Permolio e gli aspetti sociali
2.2. Il passaggio dalla Permolio alla Purfina nella Roma degli anni Sessanta
Appendice
Indice dei nomi
Bibliografia
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