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21 giugno 2013

Il tempo muta la storia… di Comiso


Il 21 giugno rappresenta in genere l’arrivo dell’estate, peraltro, molto desiderata dopo un periodo di pesante scorrere delle giornate invernali; se, però, alla data si aggiunge l’anno, il 2013, allora di sicuro si parla di qualche evento, di qualcosa cui piace porre l’accento sulla novità o il ripetersi di una ricorrenza.
   Comiso fu oggetto d’interessamento internazionale nel 1981, in piena Guerra fredda e per alcune persone a livello nazionale, ma anche europeo e internazionale, a questo serio problema atomico fu chiaro che dovesse mettersi la parola: «Fine!».
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8d/Reagan_and_Gorbachev_signing.jpg   I muri perimetrali dell’aeroporto, infatti, si riempirono delle scritte Mirikani itavinni ‒ americani andatevene, riuscendo a raccogliere i cosiddetti “marciatori”, che, provenienti da molti paesi esteri, si riunirono in una grande manifestazione l’11 ottobre 1981, con a capo l’onorevole Pio La Torre. Egli, tra le varie problematiche che pose all’attenzione, evidenziò:
C'è la decisione del governo italiano di installare a Comiso la più grande base missilistica d'Europa. In sostanza abbiamo oggi un governo che, mentre è incapace di dare risposte valide alla Sicilia sul terreno del suo sviluppo economico e sociale, mentre si dimostra sempre più impotente a fronteggiare la violenza criminale e il terrorismo mafioso, decide di fare della Sicilia un avamposto militare in un Mediterraneo già caratterizzato da pericolose tensioni e focolai di guerra.
    Il 4 aprile 1982 fu organizzata un’altra grande manifestazione, che fece affluire nella cittadina della provincia più a Sud, più di centomila persone provenienti da ogni parte d’Italia, dell’Europa, del Medio Oriente; appartenenti a vari movimenti pacifisti, anticipati da un grande striscione con le scritte Pace Disarmo Libertà. Fu ricordata la presenza degli Inti Illimani e tra gli altri anche di Nanni Loy, oltre ai movimenti politici nazionali, furono presenti i “Verdi” della Repubblica federale tedesca e i gruppi inglesi per il disarmo nucleare; i comunisti spagnoli e greci, i socialisti jugoslavi, nonché dirigenti della resistenza palestinese, libanese e siriana. Rappresentanti del mondo della scienza e delle associazioni cattoliche manifestarono l’inizio di una nuova strategia della Nato, di una politica d’intervento aggressivo che in questo modo assegnò all’Italia l’ingrato compito di trampolino di lancio. Molti di questi pacifisti rimasero accampati al Campeggio antinucleare come fu ribattezzato, attorno al perimetro della base americana, fino al 1986.
   Nella valle dell’Ippari, scendendo da Ragusa verso Comiso, si può notare a Nord-ovest l’aeroporto militare "Vincenzo Magliocco", la struttura aeroportuale allora semi abbandonata, in cui fu destinata la Base Nato, per l’istallazione di 112 missili Cruise con testate nucleari. Fu un periodo di fermento nell’area ragusana, legato a quell’aeroporto che vide la sua realizzazione alla fine degli anni Trenta.
    In piena dittatura fascista fu deciso, infatti, d’installare una base aerea nell’Italia meridionale, per controllare, nel bacino prospiciente, la movimentazione delle navi inglesi e di quelle provenienti da Malta. Nell’ambito della Seconda guerra mondiale fu una base aerea insidiosa, per questo subì un bombardamento a tappeto l’11 luglio 1943 da parte degli alleati che, una volta sbarcati anche nelle spiagge ragusane, si adoperarono alla riparazione della pista per riutilizzarla con i propri aerei Spitfire.
    Quel giorno a Comiso non ci furono né morti né feriti; una paura repressa per l’incertezza del momento e per il timore di un prossimo futuro, fece comunque muovere verso un accenno di festa. I comisani ci tenevano a non far vedere la loro paura, applaudendo non tanto agli alleati, ma a loro stessi, quasi per farsi coraggio e per dare inizio a una nuova epoca. C’era chi stava affacciato al balcone, appoggiato alla ringhiera, scrutando attentamente ogni movimento e pronto a far scattare i muscoli al primo sentore, non certo come quando passava il santo patrono. Quel giorno era proprio la festa del santo patrono, san Biagio, ma quell’anno, l’11 luglio non si celebrava, si festeggiava, invece, l’arrivo degli americani.
Nanna, sugnu figghiu ri to figghia Vannina. Yes!
    La nonna piangeva e il nipote l’abbracciava. E con i saluti della figlia che mancava da Comiso da trenta anni, la nonnina ricevette caramelle e sigarette dall’esercito americano.
    Terminato il conflitto, l’aeroporto militare condivise con l’aviazione civile l’unica tratta che giunse a Palermo e ritorno, dal 1965 al 1972, per poi rendersi disponibile, col governo Spadolini, quale Base missilistica della Nato.
    Il 5 maggio 1983 giunsero i primi 225 militari americani e dal 1° luglio furono ospitati oltre 5.000 tra militari e civili statunitensi e anche italiani, fino al 26 marzo 1991, data in cui fu rimossa l’ultima testata nucleare. Blocchi ai cancelli furono posti, nei giorni dal 6 all'8 agosto 1983 da parte dei pacifisti.
    A livello internazionale, la nomina di Gorbaciov diede avvio a una nuova politica di distensione e di pace tra le due potenze mondiali, che culminò il 9 dicembre 1987, quando a Washington fu firmato l’accordo con Reagan, Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), sulla riduzione degli euromissili e col quale si dichiarò lo smantellamento di tutte le basi missilistiche europee, entro i dieci anni successivi – tra cui quella di Comiso.
    Negli anni Novanta tutte le ipotesi furono poste sul tavolo della trattativa, al fine di rendere fruibile la struttura a scopi civili e commerciali; partendo dalla richiesta degli agricoltori, i quali, invece di consegnare le primizie di ortofrutta col trasporto su gomma fino al mercato centrale di Fondi, avrebbero preferito consegnarle fino al Nord dell’Europa, insieme ai fiori, di cui la provincia di Ragusa segue la classifica dopo Sanremo. Persino l’università di Catania fu chiamata in causa, per l’attivazione di una sede succursale, per gli studenti provenienti dai comuni limitrofi a Comiso, dopo il progetto dell'eventuale avvio di un Politecnico mediterraneo, nei numerosi locali della ex Base Nato.
    Le discussioni proseguirono e i progetti si accavallarono, ma intanto a seguito della guerra del Kosovo, gli alloggi furono utilizzati, nel 1999, per circa 5.000 profughi accolti nell’ambito della missione italiana "Arcobaleno".
    L’impulso, infine, arrivò dall’Unione Europea che col programma Konver ‒ di riconversione dei siti militari europei e con l’arrivo del nuovo millennio le amministrazioni interessate si concentrarono sull’adattamento dell’ex base missilistica in aeroporto civile internazionale, che del resto si rese una soluzione palese.
    Così fu per l’aeroporto Magliocco, quando il 30 aprile 2007 il presidente del Consiglio, D’Alema atterrò col primo volo istituzionale per l’inaugurazione dello scalo e per dedicarlo, nella decorrenza del venticinquesimo anniversario, a “Pio La Torre” ‒ trucidato dalla mafia, che fortemente lo volle in un ambito di pace e di civile convivenza. A questo gesto seguirono, tuttavia, le azioni della giunta municipale di Comiso, che in data 27 agosto 2008, ripristinò il nome dell’ex aeroporto militare intitolato a “Vincenzo Magliocco”, generale di brigata aeronautica, morto durante la guerra d’Etiopia nel 1936.
    I cinque anni successivi sono stati collegati a vicende strettamente “burocratiche e politiche”, tra il Comune, la Provincia, la Regione, il governo con i vari Ministeri interessati, l’Enac e la Società aeroporto Comiso Spa per la definizione delle responsabilità e dei compiti “chi fa che cosa”.
    Pian piano si è giunti alle firme, con la convocazione del 22 maggio 2013, alla sede Enac in Roma, di tutti gli interessati al progetto aeroportuale, per la definizione dell’apertura dello scalo ai voli civili, dopo che è stata posta la pietra iniziale per la modifica di alcune parti del vecchio aeroporto, il 23 ottobre 2004.
    L’inaugurazione è stata ufficializzata per il 30 maggio alla presenza delle autorità e della gente accorsa per l’occasione e il 21 giugno scorso è atterrato – all’aeroporto "Vincenzo Magliocco" di Comiso – il primo volo internazionale della tratta Malta-Comiso-Malta. L’aereo, un Dash 8 turboelica della compagnia Medavia, ha portato in Sicilia 22 turisti maltesi ed è ripartito circa un’ora dopo verso l’Isola dei Cavalieri, portando con se cinquanta passeggeri siciliani, compresi alcuni rappresentanti istituzionali iblei, che non sono voluti mancare al volo inaugurale.
    Dal 7 agosto prossimo, inoltre, la compagnia irlandese Ryanair attiverà i voli di andata e ritorno da Roma – aeroporto di Ciampino, un’occasione per visitare le località iblee inserite nel patrimonio umanitario dell’Unesco, con i suoi diciotto siti architettonici.




© 2013
Per citare questo articolo
G. La Rosa, Il tempo muta la storia… di Comiso, in "Il tempo la storia. L'anno zero dell'Italia giovane e creAttiva", R. Bonuglia (a cura di), Roma, Edizioni Il Tempo la Storia, 2013.