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21 luglio 2009

Il porto turistico di Ragusa: un esempio di operosità italiana


Il 10 luglio scorso, è stato inaugurato il nuovo Porto di Marina di Ragusa, di categoria “Hub” cioè a vocazione extraregionale, al quale è stata riconosciuta una funzione trainante per l’attrazione dei flussi turistici nell’Isola; considerandolo il porto di approdo dei principali paesi che si affacciano da questa parte del Mediterraneo. Dopo la sua apertura vi hanno ormeggiato circa duecento imbarcazioni, tra le quali anche barche francesi e maltesi.
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Arco d'ingresso inaugurazione
   Era da qualche tempo, infatti, che le varie giunte succedutesi nel Comune di Ragusa, avevano in programma di ampliare il vecchio porticciolo di Marina, al fine di poter offrire ai diportisti nazionali ed esteri un approdo in un’area che era entrata nel 2000 a far parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, per i suoi diciotto monumenti di stile barocco e che era stata, inoltre, luogo di scenografia naturale per la realizzazione di numerose pellicole, quali: Divorzio all’italiana di Pietro Germi [1961], Gente di rispetto di Luigi Zampa [1975], Kaos dei fratelli Taviani [1983], L’uomo delle stelle di Tornatore [1995] per citarne alcuni, e ancora, per stuzzicare la memoria dei meno giovani, Anni difficili di Luigi Zampa girato a Modica e uscito nel 1948; nonché per tornare ai giorni nostri, per la serie del Commissario Montalbano tratta dai racconti di Andrea Camilleri.
   Un progetto che risaliva agli anni Ottanta di ampliamento del piccolo porto in località Scalo trapanese; lo stesso approdo da dove per una maggiore esportazione, la pietra-pece, estratta dalle miniere d’asfalto ragusane già dalla fine dell’Ottocento, era trasportata dai tanti carrettieri per una ventina di chilometri fino alla località Mazzaréddi, l’odierna Marina di Ragusa, per essere imbarcata e trasferita al porto di Siracusa, per l’esportazione definitiva perfino in Australia.
   Dopo i risultati della valutazione sull’impatto ambientale avvenuta nel 1999, al Comune di Ragusa furono assegnati i fondi da parte dell’Unione Europea, che assieme all’approvazione del “Piano di sviluppo della nautica da diporto in Sicilia” voluto dalla Regione Siciliana nel 2001, diedero l’impulso per avviare nel 2005 il procedimento a fattispecie progressiva con la vecchia legge Merloni, riguardante la gara a licitazione privata sopra soglia comunitaria per la concessione di costruzione e gestione funzionale ed economica del Porto turistico di Marina di Ragusa, sulla base del progetto posto a base di gara dal Comune di Ragusa. Concluso l’espletamento della procedura, l’appalto fu aggiudicato l’11 aprile 2006 al raggruppamento temporaneo d’imprese Tecnis Spa, Sigenco Spa e Silmar Srl, per un importo complessivo di 69.667.972,19 di euro, a carico per il 50% di capitali pubblici e privati e per una gestione della durata di sessanta anni.
   Il Porto turistico è stato realizzato cercando di rispettare l’ambiente circostante, al fine di minimizzarne l’impatto e interagendo direttamente con il centro abitato di Marina di Ragusa; inoltre, per la realizzazione delle parti esterne, dei sedili e per la pavimentazione è stata utilizzata la tipica “pietra di Comiso”, adoperata nei secoli passati nell’edilizia locale, che pertanto, ha ben inserito l’opera nel territorio.
   Una costruzione che ha visto la realizzazione di 850 posti barca e di 500 posti auto, su una superficie di circa 238.000 mq., su circa 150.000 mq. riferiti allo specchio d’acqua, con aree a verde per circa 15.000 mq.
   Oggi è possibile avere questa struttura, che ha usufruito anche dei suggerimenti del direttore del Porto di Punta Ala, porto turistico italiano per eccellenza e sede di ormeggio di “Luna Rossa”, e che dopo 1.116 giorni lavorativi ha visto la consegna il 30 aprile 2009, con la costruzione, nella diga e piazzale di ponente, destinati ai servizi al natante, di un capannone officina e rimessaggio; dell’edificio controllo traffico, simbolo del porto per il ricercato stile architettonico, che richiama dei container sovrapposti; del bunkeraggio per l’erogazione del gasolio; di un’elisuperficie; di un’area di attrezzature a servizio del piazzale operativo e della darsena, la cui dotazione prevede un travel lift da 160 tonnellate, un’autogru da 60 tonnellate e un carrello porta barche da 40 tonnellate. Nella diga e il piazzale di levante, destinati ai servizi al diportista, sono stati realizzati: l’edificio della Capitaneria di porto; un ristorante; un club nautico; una stazione marittima, in cui trovano collocazione spazi destinati alle Forze dell’ordine, alla Protezione civile ed ai Vigili del fuoco ed il bastione panoramico, che al suo interno contiene degli esercizi commerciali; infine, la passeggiata di levante che è stata ricavata nella berma sommitale della diga di levante, offre la veduta del lungomare e delle abitazioni di Marina di Ragusa. Non da ultimo lo stile italiano è emerso nella realizzazione della spettacolare illuminazione notturna, che avvolge di blu l’intera area del porto.
   Un particolare aspetto di questa realizzazione può essere ricondotto al fatto, che la capogruppo Tecnis Spa di Catania, un’impresa nata negli anni Novanta, è stata così presentata da Mimmo Costanzo, uno dei titolari che è stato assessore al bilancio con il sindaco Enzo Bianco, in un’intervista rilasciata a «La Sicilia»:
Un’avventura entusiasmante e divertente anche per aver avuto la possibilità di lavorare per la mia città. Io economista, lui ingegnere: [Concetto Bosco l’altro titolare, nda] abbiamo messo insieme le nostre diversità. Qualcuno ha parlato di vigore degli ibridi, che in natura sono le più forti perché uniscono il valore delle differenze e sono abituati a sopravvivere negli ambienti più vari.
   Un’impresa formata per la maggior parte da giovani che hanno giocato insieme a pallone, che si sono laureati all’Università di Catania e che oggi conta 600 dipendenti, con a capo dei manager che hanno saputo mettere a frutto i loro sforzi, con appalti aggiudicati sia in Italia sia all’estero. Dice ancora Costanzo:
La nostra forza è il rispetto delle persone e le qualità di chi ci sta accanto. Per noi ogni persona della nostra azienda è un pezzo della nostra famiglia. Significa anche avere l’umiltà di capire che spesso da solo non puoi riuscire a raggiungere certi obiettivi e devi sempre saper che le alleanze vere, fondate sulla fiducia e sul rispetto, rappresentano un valore aggiunto straordinario ‒ che ha potuto ottenere i finanziamenti dalle banche, ha spiegato ancora, perché ‒ i ragusani sono gente seria, tanto che siamo riusciti a realizzare il porto in tre anni. Le banche ci hanno supportato perché hanno capito la serietà del progetto e dei richiedenti. Il porto turistico è l’esempio di come pubblico e privato possono mettersi insieme per raggiungere uno scopo.
   Segnale che si può realizzare in tempi brevi in un’epoca come questa, anche un’infrastruttura per la nautica da diporto, che al momento è la più grande della Sicilia e una delle più moderne e avanzate in Italia e in Europa, per tecnologie all'avanguardia, parametri di funzionalità, sostenibilità ambientale e impatto estetico e che nel 2007, il cantiere del porto è stato premiato dall'Ance come cantiere modello per la sicurezza; definita, dal direttore marittimo Sicilia Orientale, contrammiraglio Domenico De Michele, che ha rimarcato la valenza di chi ha costruito e bene la struttura, di importanza strategica per il territorio.
   Un’opera che si colloca in un’area balneare che ha ricevuto la “bandiera blu”, di cui da quest'anno si fregiano le spiagge di Marina di Ragusa e che sventolerà per la prima volta all'ingresso del “nuovo porto dello Scalo trapanese”, come assegnata da Corrado Monaca, presidente della Fee. Un’opera portuale che concorrerà al premio internazionale “Jack Nichol Marina Design Award”.
   In questo particolare momento di recessione economica, i lavori pubblici e ancor di più il project financing che gli enti locali avranno cura di mettere a gara per investire sul proprio territorio, possono considerarsi un segnale d’interessamento verso la propria collettività e verso il mercato del lavoro, in questo periodo in sofferenza.