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23 settembre 2008

Un incontro tra le culture

 
Uno spunto per parlare d’incontro tra le culture occidentali e quelle orientali, nel Mediterraneo e maggiormente nel nostro Paese, lo può offrire anche, in terra di Sicilia, una scoperta archeologica avutasi verso la fine di questa bella Estate, nell’area del comune di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa.

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Il bagno arabo di Mezzagnone
    Si tratta di un hammam, un impianto termale d’epoca araba risalente al Medioevo, individuato tra il IX e il X secolo, costituito almeno da due camere, calidarium e tepidarium, con i resti delle suspensurae sul battuto pavimentale.  Un’importante scoperta fatta da un gruppo di archeologi che stava svolgendo dei lavori di scavo, nel sito in località Mezzagnone.
   La particolarità che rende la scoperta maggiormente interessante, considerabile in tal modo un ponte culturale, è data dal fatto che l’edificio primario, risalente al V − VI secolo di epoca bizantina, fino al giorno delle nuove rivelazioni era considerato un edificio religioso, una chiesetta, anche se non è stato trovato nulla che faccia pensare ad una presenza cristiana. Un'ipotesi comunque scartata dai tecnici, poiché la presenza di una sola porticina d’ingresso non in asse con l’edificio, non è stata considerata compatibile con l’impalcatura di una chiesa. Tra le ipotesi d’identificazione dell’edificio, si è parlato anche di un mausoleo o di una chiesa ariana. Quest’ultima, si potrebbe far risalire al periodo della dominazione dei Visigoti in Sicilia, quando l’isola ha visto la presenza di famiglie appartenenti a questa stirpe di barbari, provenienti dall’Europa settentrionale. Una tesi ancora da avvalorare, poiché finora, in Sicilia, non è riemersa alcuna traccia della presenza dei Goti; pochissime sono, invece, le testimonianze della successiva dominazione araba.
   In provincia di Ragusa, la testimonianza araba è già presente con l’antica “cuba”[1] di Comiso, annessa al Castello aragonese; quest’edificio termale potrebbe essere considerato il secondo esempio.
   Santa Croce Camerina, l’antica Kamarina, oggi può considerarsi la città più araba della Sicilia e sarà anche la città che offrirà la visione di uno dei monumenti più importanti, che testimoniano la presenza degli Arabi in Sicilia fino all’XI secolo.
   Un’altra particolarità presente nel territorio di Santa Croce Camerina, legata all'opportunità di un incontro culturale, è data dal più alto numero d’immigrati nordafricani, in maggioranza tunisini, in raffronto ai suoi abitanti; un’integrazione interculturale presente da anni, che offre da qualche tempo l’opportunità di uno sviluppo interetnico nel territorio ragusano, grazie alla cospicua mano d'opera necessaria per la coltivazione in serra di ortaggi e di fiori, anch'essa molto estesa. Come per la comunità di Mazzara del Vallo in provincia di Trapani, dove l’integrazione con i pescatori mazzaresi ha portato a matrimoni misti, a un’integrazione affermata nel tempo, confermata dalla realizzazione di edifici scolastici dove è possibile imparare la lingua araba, anche per gli studenti siciliani. Sicuramente esempi di questo genere dovrebbero essere maggiormente tenuti in considerazione, giacché peraltro per nulla avulsi al territorio; non dobbiamo, infatti, dimenticare che nell’area di dominazione dei Romani, era normalissima la convivenza tra i vari popoli.




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[1] Un piccolo edificio a pianta esternamente di forma ottagonale ed internamente di forma circolare. Da alcuni ritenuta un battistero bizantino, fu riutilizzato nel 1315 come cappella dedicata a San Gregorio Magno e nel XV secolo, con la ristrutturazione operate dai Naselli, fu trasformato in torre di difesa.

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Un incontro tra le culture di G. La Rosa
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