Era la Sicilia di inizio Novecento, dove ancora forte nelle campagne occidentali si poteva notare la suddivisione della terra in grandi latifondi[1], denominati localmente «feudi».
Questi si erano costituiti grazie alla classe politica meridionale, che aveva barattato lo sviluppo del settore agricolo e il conseguente miglioramento del livello di vita degli agricoltori, con un dazio che favoriva esclusivamente la rendita parassitaria dei grandi proprietari assenteisti[2].